Fabrizio Ressia: l’uomo che ha fatto “secco” il moscato d’Asti e creato “EVIEN”
Neive (CUNEO) – Il suo motto potrebbe essere “è importante fare le cose e farle un passo per volta".
E, soprattutto, con la sua passione. Lui è Fabrizio Ressia, da Neive, in provincia di Cuneo, dove ha ottenuto quello in cui molte altre aziende vitivinicole, anche più grandi della sua, hanno fallito: ha prodotto il Moscato d’Asti secco e ne ha fatto un vino di grande struttura e gradazione alcolica sostenuta (14,5°).
Un”infusione’ di profumi. Il Moscato secco di Ressia si chiama Evien e ne vengono prodotte 2500-3500 bottiglie all’anno, vendute per lo più a privati ad un prezzo di 7,80 euro. “Viaggia” anche all’estero attraverso importatori e distributori che lo collocano nelle enoteche e nei ristoranti prevalentemente di Francia, Germania e Austria, intorno ai 25 euro. In Italia, invece, con il ricarico, lo si può trovare tra i 15 e i 40 euro nelle enoteche o nei ristoranti.
C’è poi l’eccellenza, l’Evien “Oro”, solo 500 bottiglie l’anno vendute a 10 euro esclusivamente a privati. L’idea di “seccare” il Moscato d’Asti è venuta aFabrizio Ressia qualche anno fa, dopo che nel 1997 ha rilevato l’azienda vitivinicola di famiglia, precedentemente gestita dal padre e dal nonno.
“Non ero d’accordo a investire nel Moscato d’Asti per farne spumante – diceRessia – da qui l’idea, sulla quale ho lavorato per cinque anni, di ottenere un Moscato secco, facendo continue sperimentazioni in Friuli Venezia Giulia, Val d’Aosta e Francia“.
Ed è riuscito in un esperimento che molti hanno tentato senza esiti positivi.
Il metodo di produzione di Evien prevede, dopo la pigiatura e una pressatura soffice, la conservazione del mostoper alcuni giorni a 3-8° per ottenere un illimpidimento naturale. La fermentazione di tipo classico viene indotta con lieviti selezionati a 15-18° per 30-40 giorni. Il vino viene lasciato a macerare sulle fecce per 3 mesi, mantenuto poi a 0° per una settimana e quindi filtrato. Evien dopo un mese viene imbottigliato, mentre Evien “Oro” viene travasato in barrique di rovere francese per 12 mesi.
“Non bisogna improvvisare – aggiunge Ressia – da quando ho iniziato a gestire l’azienda ho puntato sulla qualità, con metodi di coltivazione e trattamento praticamente uguali a quelli della lotta integrata e con l’ausilio del metodo Grinzane, basato sull’impiego di una centralina meteorologica di ultima generazione che rileva temperatura, umidità e livello delle piogge, dotata di un pannello solare che la alimenta durante il giorno, mentre, durante la notte, l’alimentazione deriva da una batteria. La centralina – spiega Ressia – contiene una scheda Gsm, collegata ad un provider che 24 ore su 24 fornisce dati meteorologici aggiornati sui vigneti, per essere avvertiti di un eventuale rischio di peronospora od oidio per le piante. Questo metodo – sottolinea il vigneron piemontese - mi aiuta ad abbattere il numero di trattamenti chimici. Considerato che la media della zona è di 10-12 trattamenti, quelli che faccio io in media sono 6-7, con l’eccezione del 2007 in cui ho fatto solo 5 trattamenti“.
Un bel risultato se si pensa che nel 1997 la produzione dell’azienda Ressia era di sole 700 bottiglie, mentre oggi neproduce 25-30 mila, accontentandosi di una resa per ettaro del 50-60%, “sempre per puntare sulla qualità".
Non solo Moscato d’Asti, quindi, nella cantina dei Ressia si può trovare anche Barolo e Barbaresco, la doc La Miranda Langhe, grappe di Barolo, Barbaresco e Moscato e il Dolcetto Canova.Teresa Carbone
Ressia Barbaresco Canova DOCG 2006
Azienda Agricola Ressia
Premiata con i tre bicchieri secondo la guida Gambero Rosso Vini d’Italia 2010
Wine Specteror
Ressia Barbaresco Canova DOCG:
2003 Barbaresco Canova - 88 points
2001 Barbaresco Canova - 90 points
2000 Barbaresco Canova - 90 points
Recensione del vino italiano di Kyle Phillips (IWR)
Barbaresco: La vendemmia 2007
Azienda Agricola Ressia
Azienda Agricola Ressia Canova Barbaresco DOCG 2007
Assaggiato maggio 2010
Almandino intenso con riflessi neri e bordo almandino. Il profumo è intenso e legnoso, con sentori di ciliegia dolciastro di frutta prugna supportato da cedro e spezie, e un accenno di mentolo pure. Al palato è ampio e morbido, con abbastanza ricca di frutta ciliegia prugna sostenuto da maggiori acidità previsto e liscia tannini dolci che scorrono in un tempo abbastanza lungo finale frutti di bosco con calore durevole. E 'piacevole in una chiave concentrato, molto matura, e se vi piace lo stile vi piacerà. Se si preferisce la frutta più verso bacca di prugna ti piacerà un po' meno.
Riserva Eiven Oro 2007
Più dorato, naso elegante: legno, agrumi e pompelmo anche rosa, bocca ricca, citrina e candita, bel finale croccante, appena dolce e tondo, un po’ caldo ma non tradisce gli oltre 15 gradi.
Eiven Moscato 2009
Neive al contrario come questo bianco che nasce dolce ma viene portato in secco tramite una surmaturazione dopo aver effettuato una strinatura dei fiori come fanno sul pinot grigio, per cui si hanno grappoli più radi. Pigiadiraspato tipo rosso, 36 ore di criomacerazione, sempre a freddo poi saccaromices da rosso (baianus).
Naso:acacia, leggero legno, miele e agrumi, cedro e zucchero di canna.
Bocca: piena e decisa, dolce quasi ma nota amarognola citrina che lo tiene abbastanza in equilibrio.
Notevole ma impegnativo, 14,5% si sentono.
Dolcetto d’Alba 2009
Frutta e freschezza, ottenute solo rimanendo a 24 °C in fermentazione.
Leggero floreale, fruttato simpatico, leggera spezia, pepatino, bocca leggermente aggressiva ma vivace e riempie bene, il fruttato rimane vispo, fresco soprattutto.Vini Intravino